Evoluzione di un genere nel tempo

Il ritratto fotografico nasce come surrogato del ritratto pittorico. Si trattava di un dipinto che i nobili spesso commissionavano e tenevano in casa in grosse e pregiate cornici d’oro.

Si trattava, quindi, di un tipo di riproduzione appannaggio delle classi più agiate a cui la borghesia non poteva certo accedere, con l’avvento della fotografia, invece, il ritratto si democratizza, diventa accessibile ad un vasto pubblico che , ovviamente, non include le classi più povere.

Il primo ritratto fotografico della storia è quello di Robert Cornelius, nel 1839, anno in cui viene datata la nascita della fotografia.

Il ritratto nell’800

L’effetto Rembrant è all’origine del ritratto fotografico. A dettarne le regole è il fotografo Nadar, uno dei primi fotografi ad esplorare il mondo della fotografia e del ritratto nella seconda metà dell’800, secolo che vede nascere questa nuova tecnologia.

Il ritratto rispettava alcuni parametri fissi legati all’illuminazione: “Una luce frontale, una posteriore e una laterale”. Questi aspetti erano alla base del ritratto ben riuscito.

Il soggetto era quasi sempre posto davanti alla macchina fotografica, spesso leggermente appoggiato ad un elemento scenografico e guardava nell’obiettivo o lateralmente.

Come evolve il ritratto fotografico nei primi anni del’900

Nel corso del secolo successivo, il ritratto perde la sua staticità e fissità. Il soggetto non guarda fisso nell’obiettivo e resta frontale alla macchina fotografica. Si esplorano nuove pose ed effetti di luce.

A rivoluzionare il ritratto è l’evoluzione tecnologica che subentra; con un tempo di esposizione ridotto la fotografia lascia lo studio e giunge nelle strade e negli atelier di moda. Entra coì a far parte del costume della società e soprattutto, diventa un prodotto commerciabile. Si realizzano i primi “servizi fotografici”.

Non solo, la fotografia ritrattistica si presta alla creazione di archivi, nasce così il documentario fotografico che ha lo scopo di fermare nel tempo tappe importanti della Storia.

Il secolo scorso tra sperimentazioni e Arte

Intorno agli anni ’20 del ‘900 nasce il movimento dei pittorialisti il cui scopo è rendere la fotografia al pari delle Arti come la scultura e la pittura. Per farlo, puntano al senso estetico utilizzarono le tecniche e i processi che potessero avvicinare l’immagine al disegno. Tra gli strumenti usati vi era la stampa alla gomma bicromata o al bromolio, gli obiettivi soft-focus o la stampa combinata di più negativi su un unico positivo.

Si tratta di anni di grande sperimentazione dove il ritratto prevede anche solo la riproduzione in primo piano con effetti sorprendenti o trame innovative che rendono questa tecnica più “creativa”.

La fotografia di denuncia

Con lo scoppio della prima Guerra Mondiale e con il fenomeno sempre più importante delle migrazioni, il ritratto scende in strada e nei bassifondi.

Il fotografo documenta e denuncia con ritratti dalle tinte forti e crude la condizione degli emarginati, dei poveri e dei bambini che lavorano in fabbrica.

Questa tecnica assume quindi dei toni drammatici con linee più marcate, ombre più nette e una luce più naturale.

Lo scopo non è più abbellire il soggetto ma fotografarlo nella sua autenticità. È l’avvento del fotogiornalismo.

Il ritratto fotografico oggi

Oggi il ritratto va affondo nella psiche del soggetto ma non solo, chi scatta cerca anche di dare una interpretazione personale, una chiave di lettura del fotografo.

L’immagine che egli restituisce mostra anche cose che nessuno riesce a vedere, ci consente di connetterci all’essenza di uno stato d’animo. In questo modo l’immagine evoca qualcosa nello spettatore che fa una propria interpretazione dell’immagine.

Ogni ritratto, insomma, viene visto attraverso i filtri della propria storia personale.

Oggi esistono sul mercato numerose strumentazioni fotografiche pensate e progettate esclusivamente per il ritratto. Non solo, tecniche come il bokeh, per esempio, arricchiscono questa espressione artistica con effetti sfumati.

L’evoluzione è quindi costante e continua, come tutti i fenomeni artistici.